Ci sono giorni in cui mi sembra che non è successo niente. Mi
alzo, mi specchio, mi guardo lì, e trovo quel gonfiore che mi colma di
tristezza infinita. Altri giorni so che quello che mi è capitato mi ha segnata,
un’altra volta, per sempre. Altri giorni mi comporto come un automa sperando
che il dolore passi in fretta. Mi sono chiusa in casa da quattro giorni.
Lontana dai giudizi, lontana dalle cattiverie, lontana dai ‘professori’ che
tutto loro sanno e tutto loro consigliano, lontana dalle speculazioni della
gente che pare si sollazzino a chiedere ripetutamente ‘come stai?’. Lontana da
tutto questo, nel mio mondo solitario, aspettando che ritorni mio marito, che
ci guardiamo negli occhi per accorgerci che ciò che abbiamo vissuto è reale, un
incubo senza fine. Nonostante l’isolamento voluto sento ancora l’oppressione
della gente, che vuole sapere, che si telefona tra loro per avere notizie, che
mandano allo scoperto l’unica persona con cui parlo, oltre mio marito, mia
madre. Lei è discreta, nonostante tutto, ma io so che vuole carpire come
realmente io mi senta. In realtà non lo so neanche io come mi sento. Ancora
frastornata. Sento nelle orecchie le mie urla di dolore, il mio contorcermi sul
letto come se mille lame infuocate mi trapassassero da parte a parte ripetutamente,
ancora e ancora, punteruoli appuntiti che si spingono nel profondo, sotto gli
occhi di mio marito, impotente di fronte a tanto dolore fisico … e non solo. Io
tra le lacrime, cercando di farmi coraggio perché la fine della fine sarebbe
arrivata presto. Come mi sento? Come ci si sente quando una parte di te muore.
Ci penso e scendono giù lacrime, lacrime amare. Non ci penso e le lacrime sono
sempre lì, che fanno capolino come perdo le staffe per qualsiasi nonnulla.
Questo uno dei motivi del mio isolamento. Non posso affrontare il mondo al
momento. Troppo dolore. Eppure non ce lo siamo sognati. A metà maggio veramente
è successo ciò per cui abbiamo atteso da anni. Il segnale era evidente … doppia
lineetta. Eppure, a distanza di tre mesi quasi completati per una manciata di
giorni, già era tutto finito. Si dice che bisogna aspettare il termine del
primo periodo perché per una piccola percentuale si scampa l’inevitabile…ebbene
per noi non è stato così. Ad aspettare abbiamo aspettato. Pochi intimi conoscevano
il nostro stato. Una fatalità?Il destino? Un caso? Non lo sappiamo, sta di
fatto che quando vivi un’esperienza così tanto desiderata, ad un certo punto
perdi ogni cognizione, perdi il contatto con la realtà. Ti trovi lì, ad
allisciare la tua pancia, colma di amore e affetto, per quell’esserino che dopo
qualche mese potrà riempire le tue braccia e non realizzi che il miracolo che
hai tanto agognato sta per spegnersi per ‘una cosa che può succedere’. Perché
checche ne dicano i medici, noi abbiamo sempre creduto che nel momento in cui i
due gameti si incontrano, già si forma l’essere umano, che ha varie fasi di
crescita, ma non è mai stato chiamato da noi due, embrione o feto,ci siamo
rivolti a lui sempre come a nostro figlio. E guardare su quel monitor il suo
cuoricino battere, un puntino così piccino con un battito visibile e presente …
un’emozione infinita. Sentire che lo proteggerai da tutto e coccolarlo
all’inverosimile. Informarti su tutto ciò che sta accadendo lì dentro, ora
vivendo l’esperienza in prima persona e non dai racconti delle tue amiche e
parenti che non smettevano mai di parlarne in tua presenza, facendoti sentire
un completo pesce fuori d’acqua ogni volta. Accoccolarsi sul divano e
trascorrere ore e ore immobile affinché si potesse ben arpionare a te stessa,
evitando sollecitudini di qualsiasi natura, facendo attenzione
all’alimentazione, seguendo i consigli del medico, uscendo con l’auto il minimo
indispensabile, evitando buche e sussulti, salsedine e sabbia, altezze montane
e schiamazzi, in una culla umana e ovattata per accoglierlo e coccolarlo. Un
momento vissuto solo dalla presenza di mio marito, come un volerci abbandonare
all’evento tanto atteso, all’evento tanto voluto. Poi apri gli occhi, e tutto è
scomparso. No, non lo abbiamo sognato, le visite si sono susseguite nei mesi,
il cuore batteva anche la seconda volta. Forte, evidente sullo schermo, pulsava
ad un ritmo regolare. E così la terza volta, con quel corpicino cresciuto, la
testa formata, il corpo affusolato, la coda quasi scomparsa. Poi … poi la
quarta volta, lui era lì, fluttuava nella sua bolla protettiva, completa,
perfettamente tonda, senza ammaccature, senza distacchi, una bolla d’acciaio,
attaccato al suo cordone ombelicale, fluttuava come su una nuvola, era di spalle,
si intravedeva la colonna vertebrale, la testa perfettamente formata, visibili
le braccine e le gambine, ma niente battito BFC. Ho letto e riletto queste tre
lettere un’infinità di volte: BFC BFC BFC BFC … mi hanno trapanato la testa e
la vista per infinite ore … BFC BFC BFC … solo la sera, al pronto soccorso, ho
carpito il loro significato [Battito Fetale Cardiaco], ecco cos’era, ‘mancanza
di Battito Fetale Cardiaco', nostro figlio sie era spento, era morto. Sentirsi
dire mentre guardi quell’esserino fluttuante nella tua pancia, quello che
dovrebbe essere il miracolo della vita, il tuo sogno divenuto realtà, e ti
senti dire ‘c’è un problema, non si vede il battito’ e dopo poco, attivato il
volume, la conferma che non si sente neppure, ecco in quel preciso istante
siamo entrambi morti, dentro, di nuovo. Perché tu pensi che potrai difendere
tuo figlio da tutto e da tutti, sempre e comunque, ma non è così, quando arriva
la sua ora, puoi anche avvolgerlo tra le tue braccia, ma lui muore e tu resti
in vita, nell’agonia del dolore per la sua perdita. Non possiamo proteggerli
per sempre, non possiamo quando la Natura fa il suo corso, quando il destino
bussa alla sua porta, quando il caso si trova in quel momento, quando il ‘può
succedere’ è lì e lo assale, inglobandolo. Tu sei inerme, impossibilitata a
salvarlo e ti senti morire. Come mi sento? Mi sento morta. Una parte del mio
cuore non batte più, ha smesso quando ha smesso di battere il suo. Mancamenti,
convulsioni, pianti e disperazione sono susseguiti da quella frase. Portavo
dentro di me nostro figlio morto, galleggiava esanime nel suo liquido e noi, all’esterno, in cerca di una ragione per affrontare il dolore, in un
caleidoscopio di emozioni e sentimenti contrastanti, con la solita vocina che
ci trapanava il cervello ‘perché a noi? Perché di nuovo a noi?’. Seppur
credente, non prego quasi mai, ma in questi tre mesi ho pregato tutte le sere
affinché il nostro cucciolo potesse nascere sano e salvo, ho pregato come non
mai, ma le nostre preghiere non sono state ascoltate, archiviate forse, mentre
il suo destino si compiva. Straziante, la parola giusta, che ci
contraddistingue in questo momento, uno strazio ricordare, uno strazio pensare,
uno strazio immaginare, uno strazio muoversi, uno strazio spiegare, uno strazio
ragionare, uno strazio girare pagina. E poi l’esperienza che ti segna ancora,
che ti lascia un altro segno distinguibile nel tuo cuore, un altro vissuto che
non augurerei a nessuna donna di vivere, quel momento in cui ti strappano
letteralmente tuo figlio dal tuo ventre. Perché oltre al dolore psicologico del
funesto evento, si sussegue quello fisico e corporeo del momento in cui lo
tirano fuori. Momento troppo personale e agghiacciante per essere riportato
sotto scrittura, momento che rimarrà indelebile nelle nostre menti per tutta la
vita. Poi, il nulla. Ti ritrovi distesa nel lettuccio dell’ospedale, inerme,
con tuo marito che ti bacia sulla fronte, sulle labbra, anch’esso umido dalle
troppo lacrime discese, mentre la disperazione si impossessa di noi e di fuori,
nel mondo circostante, altre donne coronano il loro desiderio materno
concependo figli e accogliendoli in famiglia tra strepitii dei parenti che
accorrono all’ingresso della sala parto, i vagiti del neo arrivato e le
infermiere che in un rocambolesco turbinio si intercambiano tra la sala e
l’ingresso. Tu sei lì vicino, nel tuo dolore, ad ascoltare la vita che nasce,
mentre la morte è appena stata nella tua stanza. Perché la nascita e la morte
fanno parte della vita. C’è chi esulta di felicità, e chi si piega di fronte al
dolore, piangendo e cercando di trovare una via di uscita alla sofferenza. Sono
le due fasi inevitabili della vita che niente e nessuno può evitare. Come mi
sento? Distrutta, amareggiata, straziata, svuotata. Dite che passerà?
Certamente ora è troppo presto pensare che passerà, magari fosse possibile che
con uno schioccho delle dita mi ritrovassi allo stato di beatitudine che avevo
raggiunto dopo anni di lotte e sconfitte, riuscendo ad andare avanti e trovare
conforto in altre possibilità. Ora mi sembra superfluo anche solo pensarci.
Scrivere di questa esperienza e condividerla con voi tutti mi sembra riduttivo
in confronto a ciò che abbiamo e stiamo vivendo in questi giorni, quasi un
insulto a nostro figlio perduto per una mancanza di BFC. Il post originario era
così pieno di trepidazione, felicità e gioia infinita, speravo di poterlo
pubblicare quanto prima, magari dopo la quarta visita, per rendervi partecipi della
nostra esultanza, invece, ancora una volta, la vita è stata beffarda nei nostri
confronti. Baciate i vostri bambini, coccolatevi stretti stretti, anche se
hanno fatto qualche marachella, se fanno i dispetti ai fratelli o alle
sorelline, baciateli senza sosta, passate tanto tempo con loro, viveteli sempre,
perché quando arriva ‘il momento dei saluti’, non potrete proteggerli, non
potrete essere lì al posto loro, viveteli adesso, viveteli, anche per noi.
Ciao figlio mio, ti abbiamo amato con tutto il nostro cuore,
fai compagnia a tuo fratello o tua sorella, che sicuramente ti ha aspettato ed
accolto quando sei volato in cielo, noi ce la faremo, andremo avanti, te lo prometto.
vi abbraccio forte forte...
RispondiElimina<3
No Vale, mi spiace tantissimo per quello che ti è successo! Ti abbraccio forte! Il dolore di perdere una creaturina dentro di te deve essere enorme, ti sono vicina col cuore <3
RispondiEliminaNon ho parole per consolarti,ho solo gli occhi pieni di lacrime,mi dispiace immensamente,mi viene dal cuore dirti non arrenderti,perche' la vita a volte ci sorprende,ti mando un abbraccio immenso ciao.
RispondiElimina..sto piangendo con voi...non ci sono parole giuste o sbagliate da dire in questa situazione, preferisco abbracciarti stretta stretta e dirti che ti sono vicina con il mio cuore..tvb Vale <3
RispondiEliminaPrenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, io sarò qui ad aspettarti e x qualunque cosa conta sul mio sostegno...
Un post molto commuovente anche per me che non sono in causa, ma figuriamoci per te e tuo marito. Non ci sono parole e non voglio nemmeno fare tante parole, ma ti/vi voglio mandare un grandissimo abbraccio e vi chiedo di essere forti anche se è molto difficile in questi casi. Solo chi è direttamente in causa può capire il dolore più di ogni altra cosa. Mi dispiace tantissimo. Avrei letto più volentieri un altra delle tue belle e buone ricette, che sentire questo grandissimo dolore che spezza il cuore, ma purtroppo la vita riserva anche di questo. Che Dio vi rinforzi il vostro cuore e vi coccoli Egli come sa meglio. Ancora un grandissimo abbraccio e mi fermo qui, perché mi hai fatto commuovere veramente !!! Claudia
RispondiEliminaHo letto ogni tua parola con profondo sgomento. Ti abbraccio forte. Anche se e' difficile, cerca di non perdere mai, mai, la speranza. <3
RispondiEliminaVale, mi dispiace tantissimo. Che dal vostro dolore possa rinascere infinito amore. Immagino come vi sentiate, o forse no .. ma non è finita, vale. Coraggio. ti abbraccio forte.
RispondiEliminaNon ci sono parole per alleviare il tuo dolore..ti mando un forte abbraccio...
RispondiEliminaNon posso dirti nulla, se non mi spiace. Ho vissuto parola per parola con te, ho passato anni terribili prima che arrivassero i miei angioletti, mi hanno tolto un'ovaia,esami, visite, torture,ecografie, inseminazioni, punture, ho preso tanti chili che ancora mi porto dietro, pianti ogni volta che arrivava il ciclo, inseminazioni non riuscite. Poi ho deciso di gettare la spugna, di non provarci piu', volevo adottarne uno, la disperazione mi ha spinto a scrivere una lettera a Babbo Natale, chiedendogli un figlio e il mese successivo aspettavo il mio Gabriele. Io credo che i miracoli esistano, a me e' successo dopo tante sofferenze, lo auguro anche a te con tutto il cuore. Continua a sperare, a crederci, a pregare Dio, vedrai che prima o poi la felicita' arrivera'!!!Lo so che le mie parole non bastano per farti sentire meglio, ma tu provaci lo stesso, ok???Un abbraccio forte Sabry
RispondiEliminaPiccola quanto mi dispiace....non ho parole per consolarti..solo un grandissimo abbraccio..
RispondiEliminaBarbara
Cara Valentina , anche se ci conosciamo solo virtualmente e superficialmente , leggendo questo post , ho sofferto per te .
RispondiEliminaTi e' capitata una cosa ingiusta e troppo dolorosa da mandar giu' . Certe cose non dovrebbero mai capitare a coppie unite come voi ! Da quel che leggo , hai un marito che ti sta molto vicino , dovrete farvi forza l'un l'altro e superare tutto , sei una ragazza intelligente e ne saprai uscire .
Non ci sono parole per cosolarti in questo momento , spero solo tu possa superare tutto !
Ti mando un grande abbraccio , Cinzia .
con le lacrime agli occhi ti abbraccio stretta stretta! <3
RispondiEliminaHo rivissuto parola dopo parola la mia esperienza, quindi capisco perfettamente quello che hai provato e che provi!!! Non smettere di sperare Vale!!!
RispondiEliminaTi abbraccio forte forte
Carmen
Vale non ci sono parole, ho letto con le lacrime agli occhi , non riesco a immaginare lo strazio che state vivendo, mi dispiace tantissimo, non è giusto !!
RispondiEliminaAdesso non è il momento, ma voi non dovete smettere di sperare.
Vi sono vicina, un fortissimo abbraccio!!
Laura
Vale, sto piangendo assieme a te e a tuo marito. Ci sono passata anch'io, per ben due volte e la frase "Può succedere" l'hanno detta anche a me, senza capire che è un'altra lama che ti ferisce, come la perdita di quel minuscolo esserino. Poi un giorno la fortuna che un altro esserino si è aggrappato forte ed è arrivato carico di energia e vitalità. Ora ha quasi 25 anni, ma nei giorni dei non compleanni ricordo anche i suoi fratelli o sorelle che non sono qua a fargli compagnia. Spera sempre, non arrenderti: dietro all'angolo c'è anche per te un esserino forte che si farà un baffo del "Può succedere"!
RispondiEliminaTi abbraccio forte forte :)
non ci sono parole che possano alleviare il tuo dolore...vi sono vicina, non mollare! <3
RispondiEliminaSono stata a lungo indecisa se commentare o no, mi sembrava quasi di sminuire un tuo momento sacro.Ma poi ho pensato che un abbraccio volevo lasciartelo.. un abbraccio senza parole! :*
RispondiEliminaCara Valentina, non serviranno le mie parole per cancellare le tue sofferenza, ti dico solo, abbi cura di te, fallo per i tuoi angeli...un grande abbraccio di vero cuore!!!
RispondiEliminanon ci sono parole,come donna ti capisco,un abbraccio forte forte, a presto,pensa anche un pò a tuo marito che soffre in modo diverso da te ma comunque soffre e ancora di più se ti vede abbattuta,un bacione
RispondiEliminaHo letto il tuo post tutto d'un fiato e mi hai fatto piangere, perchè ho vissuto tutto anch'io e capisco perfettamente il dolore. la rabbia, l'isolamento e l'impotenza . Non smettere di crederci e di sperare tesoro !!!!!!
RispondiEliminaTi abbraccio forte
non trovo le parole giuste..penso che non ci siano parole giuste da dire in questo momento..ti abbraccio solo fortissimo....
RispondiEliminati abbraccio forte forte amica mia!!
RispondiEliminaTi abbraccio forte Vale, sono sicura che ce la farete!
RispondiEliminaUn forte abbraccio!
RispondiEliminami spiace tanto ogni parola sarebbe superflua
RispondiEliminama certo che passerà o meglio il tempo lo sai attenua il dolore, ma il ricordo resterà
Ti abbraccio forte
Vale cara, sono senza parole, mentre leggevo ho rivissuto anch'io le mie visite con scarse speranze e poi il momento del dolore fisico. Non arrenderti, continua a sperare e a lottare, il dolore non passerà, ma la speranza è l'ultima a morire, ti abbraccio forte forte.
RispondiEliminaHo letto solo adesso questo tuo post, posso solo dirti che mi dispiace che sia successo anche a te e che so quello che provi.
RispondiEliminaSto piangendo, perchè sono mamma, ho vissuto tutto quello che hai vissuto tu all'inizio, con una paura immensa e.....in un emse e mezzo di ricovero ho purtroppo visto tante ragazze vivere quel che è successo a te e che hair accontato con tanta delicatezza e tanto dolore al contempo. Sono mamma da ormai 6 anni e ho 2 bambini, ma questo post ha insgenato qualcosa anche a me. Spero tanto che tu possa diventare mamma, il tuo bambino sarebbe davvero fortunato. Lo spero con tutto il cuore, e dirò una preghiera per te. Ti abbraccio, anche se non potrà confortarti. Ma ci tenevo a dirti che in questo post hai parlato sempre di morte e di vita, di dolore, e felicità...io leggo in questo infinito strazio la tua forza e la tua gioia di vivere. Ti auguro tutto il meglio che desideri e meriti. Buonanotte,a te, a tuo marito, e al tuo angelo!
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